Diretto rapporto fra alimenti, metabolismo e ormoni

Relazione IV Convegno di Bioterapia Nutrizionale, Hotel Parco dei Principi, 2002, Roma

Tre decenni orsono, il premio Nobel per la medicina Jacques Monod tentava di tracciare il confine biologico, morfologico e funzionale tra gli oggetti viventi e quelli non viventi. Egli definiva i primi “oggetti singolari, che si distinguono da tutti gli altri dell’Universo sensibile, in quanto sono dotati di invarianza, cioè della capacità di conservare da una generazione all’altra la loro norma strutturale, e di teleonomia, cioè della capacità di trasmettere ai posteri, adeguando le proprie prestazioni, il proprio contenuto di invarianza”. Se questa definizione del vivente trova la sua conferma nella scoperta del codice genetico, molto più complessa è la comprensione della capacità di adattamento e di risposta degli organismi alle infinite variazioni dell’ambiente interno ed esterno. Nel citato libro di Jacques Monod risalta la contraddizione della moderna biologia, costretta a cercare la spiegazione del vivente all’interno della sua materialità visibile, sensibile e misurabile e, nello stesso tempo, obbligata a rivolgersi al “caso” per non dover chiamare in causa una metafisica (solo perchè non quantificabile) “intelligenza” che possa giustificare la straordinaria capacità degli organismi viventi di adattare la forma alle esigenze funzionali. Razionalmente è fin troppo evidente che anche l’organizzazione della materia vivente presuppone, in ordine gerarchico, una Idea originaria, la disponibilità di una Energia per realizzarla ed una Struttura fisica plasmabile. Tutto questo presuppone che nella scala filogenetica degli esseri viventi, la crescente complessità morfo-funzionale degli organismi superiori si esprima soprattutto con la migliore interazione con l’ambiente. Tale capacità raggiunge la massima espressione nell’Uomo, che costituisce l’organismo vivente dotato di maggiore “elasticità biologica” rispetto alle variazioni esterne ed interne dell’organismo. Il sistema nervoso centrale e periferico, la termoregolazione, le difese immunitarie e il sistema endocrino costituiscono i principali meccanismi attraverso i quali, con differente velocità ed efficienza, avviene il suddetto adattamento.
La presente relazione si propone di dimostrare come gli alimenti, che costituiscono una delle forme di interazione organica con l’esterno, possano influire direttamente o indirettamente (tramite variazioni del metabolismo) con l’equilibrio ormonale.

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