Per meteorismo si intende un disturbo provocato dalla presenza di gas nel lume intestinale, che fisiologicamente si aggira intorno ai 200 ml. Il suo aumento si potrà verificare per: a) masticazione insufficiente e frettolosa, con eventuale ingestione di bevande gasate; b) iperproduzione fisiologica secondaria all’assunzione di alimenti notoriamente meteorizzanti: 1 – legumi (soprattutto fagioli); 2 – eccesso o impiego troppo frequente di alimenti trattati con lieviti chimici, dolcificanti artificiali e cibi ad elevato contenuto di zuccheri semplici e complessi, che favoriscono i processi fermentativi (condizione evidenziabile con un semplice breath test al glucosio); 3 – vegetali ricchi di pectina, fibre e cellulosa, in particolare carciofi, funghi, asparagi, cipolla e crucifere come broccoli, verza, cavolfiore, cime di rapa, etc.; c) stitichezza, con rallentamento della propulsione e formazione di sacche gassose che, dilatando tratti dell’intestino, saranno responsabili della sintomatologia; d) disbiosi intestinale, con alterazioni della flora batterica e incremento dei processi fermentativi; e) riduzione dell’assorbimento dei gas da parte del torrente circolatorio enterico, per ipofunzione epato-biliare o per alterazioni delle mucose intestinali, come nel caso delle frequenti intolleranze al glutine o al lattosio. Tuttavia, non è tanto l’eccesso dei gas, quanto soprattutto una loro anomala gestione da parte dell’organismo ad essere responsabile del meteorismo addominale. È da notare che l’interessamento prevalente dell’intestino tenue darà una sintomatologia più marcata rispetto a quando la stessa ritenzione gassossa si verificherà nel colon. Inoltre, è stato notato che, per una stessa quantità di gas, alcuni soggetti avvertono il senso di gonfiore e altri no, indipendentemente dall’entità della reale dilatazione delle anse intestinali, suggerendo pertanto l’esistenza di una soglia personale di sensibilità e tolleranza a tale sintomo.
In individui che lamentino genericamente dei “gonfiori” saranno necessarie ulteriori distinzioni, allo scopo di poter suggerire le linee guida nutrizionali più efficaci. Se la sintomatologia compare immediatamente dopo il pasto, con lentezza digestiva e sensazione di pienezza gastrica, l’ipotesi più probabile sarà quella di un deficit di secrezione di bicarbonati ed enzimi pancreatici, spesso associato ad un relativo ipoinsulinismo. Esempio tipico sarà il gonfiore provocato da frutti come le castagne, da verdure crude a foglia, in particolare quelle appartenenti alla famiglia delle “Lattughe”, o da vegetali troppo ricchi di acqua di vegetazione, come il cetriolo, l’anguria, il melone, etc. Un tentativo di soluzione immediata di questo disturbo consisterà nell’assumere un cucchiaino da caffè di zucchero, un pò di gelato o una caramella, soluzioni dolci in piccola quantità, che stimoleranno il pancreas endocrino a produrre più insulina e, parallelamente, verranno rilasciati altri bicarbonati ed enzimi digestivi da parte del pancreas esocrino. Questo meccanismo viene a volte messo in atto già dal paziente, quando riferisce che per digerire “non può fare a meno di un dolcetto a fine pasto”. Se coesiste anche una relativa ipofunzione del fegato, si avranno un ritardato svuotamento gastrico, con il rischio di reflusso esofageo, ma soprattutto astenia e sonnolenza post-prandiale di breve durata, causate da un maggiore afflusso di sangue in ambito digestivo e conseguente deficit di perfusione cerebrale.
Quando, invece, il gonfiore si verifica dopo due o tre ore dal pasto, associato a sonnolenza, eruttazioni e senso di peso allo stomaco, la causa più probabile sarà una lenta e inefficace emulsione dei grassi da parte della bile, sia per una reale ipofunzione epato-biliare che richiederà, per essere risolta, uno stimolo fisiologico del fegato, sia per la produzione di una bile particolarmente densa, che peggiorerà ulteriormente con alimenti come formaggi e altri cibi a elevato contenuto lipidico.
Per quanto riguarda il meteorismo vero e proprio, è possibile distinguerne tre aspetti: a) “liberatorio”, tipicamente provocato dai legumi per distensione del tratto terminale del colon: interviene a distanza di ore dal pasto e il paziente riferisce l’attenuazione dei sintomi a seguito di evacuazione o flatulenze; b) “non liberatorio”, in quanto il gas è frammisto alla massa fecale e il fastidio persiste anche dopo la scarica intestinale, essendo l’aria localizzata nei tratti più prossimali dell’apparato digerente; c) “gorgogliante”, con feci omogenee ma liquide e scomposte, espressione di inadeguato riassorbimento da parte della mucosa intestinale e frequente presenza di frammenti di cibi indigeriti, per scarsa o frettolosa masticazione.
In tutti i casi di meteorismo bisognerà ridurre notevolmente i carboidrati e gli alimenti ricchi di pectina e fibre, citati in precedenza, incrementando la quota proteica dei pasti. Sarà utile stimolare il fegato, risolvere la stitichezza, se presente, usare soluzioni antifermentative come le tisane di alloro e finocchio e intervenire sulla flora batterica con spezie come peperoncino, curcuma e zenzero e con probiotici naturali come lo yogurt intero.