Un soggetto in buona salute e in condizioni fisio-metaboliche ottimali avrà anche un’attività neuro-psichica adeguata alle sue esigenze di vita e di lavoro. Le linee guida presenti in questo paragrafo riguarderanno: a) individui che manifestino un calo rilevante della memoria e del grado di vigilanza mentale, dopo una diagnosi specialistica che escluda ogni rischio di qualsiasi tipo di demenza pre-senile e senile; b) soggetti che, per esigenze contingenti (studenti prima di esami impegnativi, intellettuali, ricercatori, etc.) abbiano bisogno di un potenziamento della loro attività psichica.
Un quadro completo delle analisi emato-chimiche sarà il presupposto indispensabile per programmare una nutrizione efficace. Anche in caso di esami nei limiti della norma, valori bassi del ferro e di alcuni elettroliti come sodio e fosforo, potrebbero essere responsabili di una ridotta efficienza neurologica. Si dovrà anche considerare la necessità di una quota equilibrata di colesterolo e di lipidi ad elevato valore biologico, oltre che di liquidi e di zuccheri. Infatti, il consumo del Sistema Nervoso in piena attività è pari al 20% dell’energia totale disponibile. Tale energia sarà fornita dagli zuccheri a lento e rapido assorbimento, trasformati poi in glucosio, “carburante” principale per i neuroni. A differenza di altri tessuti corporei, questo carburante non avrà bisogno del tasso d’insulina circolante nel sangue per essere utilizzato. Ne consegue che l’attività neurologica dipenderà dalla stabilità del glucosio ematico e sarà disturbata sia da condizioni d’iperglicemia patologica, come può accadere nei pazienti diabetici, sia da ipoglicemie prolungate, come nel digiuno o nei soggetti con tendenza all’iperinsulinismo.
Per esempio, in bambini in età scolare è frequente il rimprovero di essere distratti o assenti durante la lezione, quando invece la loro condizione dipende da uno stato d’ipoglicemia e dal conseguente torpore e calo della vigilanza mentale. Se l’equilibrio degli zuccheri è fondamentale, un loro eccesso nella composizione dei pasti si rivelerà controproducente ai fini dell’attività neuro-psichica, che sarà stimolata da una contemporanea e adeguata presenza di proteine. E’ questa una delle ragioni per le quali, nei soggetti che durante il pomeriggio abbiano la necessità di essere vigili e attivi, in Bioterapia Nutrizionale si consiglia una maggiore quota proteica nel pasto di mezzogiorno e una prevalenza di carboidrati a cena, quando di solito è più indicata una sedazione nervosa che faciliti il riposo notturno.
Per uno stimolo ottimale della vigilanza mentale, che sia efficace e senza rischi per la salute del soggetto, bisognerà:
1 – Bilanciare il carico zuccherino dei pasti, dopo aver valutato clinicamente l’efficienza dell’equilibro glicemico. Per esempio, a colazione saranno proposti caffè, tè, karkadè o acqua, limone e miele, associati a pane, olio e sale o prosciutto crudo o uovo strapazzato o burro e salmone o burro e bottarga. La colazione “dolce”, come cappuccino e brioches o fette biscottate con marmellata o miele sarà possibile solo se il soggetto riferirà che con tali soluzioni non ha mai avuto cali energetici e di efficienza psico-fisica a distanza dal pasto.
2 – Nei periodi in cui sia richiesta una maggiore attività intellettiva, si ridurranno le soluzioni nutrizionali dotate di una spiccata azione neuro-sedativa, evitando l’eccesso di alcuni derivati del latte come ricotta e formaggi molli, come tali o in associazione a carboidrati, proteine e verdure. Si eviteranno i vegetali appartenenti alla famiglia delle “Lattughe”, la valeriana, erbe aromatiche come la salvia, la frutta cotta e quella secca ricca di potassio, calcio e magnesio, come mandorle e pinoli. In generale, e nei limiti della tollerabilità individuale, si ridurrà la quota di carboidrati a vantaggio delle proteine, soprattutto di quelle dei prodotti ittici.
3 – Per uno stimolo neuro-psichico diretto, non si dovrà trascurare l’attività tiroidea. Fin dal periodo fetale, il ginecologo controlla i valori degli ormoni tiroidei della gestante per evitare il rischio, frequente in passato nelle zone lontane dal mare, del “Cretinismo endemico”, vale a dire di un deficit intellettivo del neonato. Un impiego di verdure e frutti ricchi di iodio e di pesci contenenti anche fosforo saranno decisivi per elevare il livello di vigilanza mentale, compatibilmente con la condizione di tollerabilità individuale del soggetto. Nel caso di deficit del patrimonio lipidico, si sceglieranno prodotti ittici contenenti acidi grassi e colesterolo, come crostacei, mitili, salmone, tonno e pesce spada. Dopo il pesce, la fonte nutrizionale più indicata sarà l’uovo, nella maggior parte delle sue modalità di utilizzo e, infine, alcune carni in grado di elevare il tono adrenergico dell’organismo, come l’abbacchio, il coniglio e tutte quelle che prevedano le cotture panate o fritte dorate.
4 – Bevande “nervine” come tè, caffè, Coca Cola e similari dovranno essere dosate con attenzione, poiché un loro abuso potrebbe provocare squilibri di difficile risoluzione.