Alimentazione pediatrica

Se l’alimentazione è il primo presidio per la tutela della salute e la prevenzione delle malattie in ogni fase della vita, ciò vale in modo decisivo nell’infanzia. Già con lo svezzamento, il cibo rappresenta per il bambino sia una necessità biologica, sia la possibilità di esplorare il mondo dei sapori, degli odori, delle forme e dei colori. Il primo consiglio da dare ai genitori è di non essere monotoni e ripetitivi nella proposizione dei cibi, ma di differenziare le scelte, lasciando manifestare al piccolo la sua appetenza istintiva e sorprendentemente precisa, per cui rifiuterà ciò che non gli è utile, scegliendo le migliori soluzioni nutrizionali per il proprio sviluppo psicofisico.
Al compimento del primo anno di età il bambino sano ha la capacità di digerire la maggior parte degli alimenti e, dal punto di vista neuro-psichico, sa orientarsi perfettamente nelle sue scelte nutrizionali. Nei limiti del possibile, bisognerà farlo partecipare ai pasti dei genitori, stimolando l’imitazione nell’assunzione del cibo, ma lasciandogli la libertà di pasticciare e di giocare come vuole.
Alla sorprendente velocità del metabolismo infantile impegnato nei processi di crescita psico-fisica, dovrà corrispondere un’alimentazione che fornisca i nutrienti necessari, proposti nelle cotture più adatte per sostenere e stimolare l’organo che più di tutti è implicato in questo sforzo. Ci riferiamo all’attività del fegato, fisiologicamente sollecitato dal soffritto e dal fritto: infatti, fra una patata lessa e una fritta, nessun bambino sano avrà dubbi sulla scelta! Il paradosso è che, a fronte di un’insensata demonizzazione di tale modalità di cottura, prolifera un florido mercato di prodotti fritti assolutamente non salutari, i cui maggiori fruitori sono proprio i bambini ed i ragazzi.
È indubbio che la vitalità dell’organismo infantile sia sostenuta da quella insita negli alimenti. Questi ultimi rappresentano delle vere e proprie unità energetiche viventi, al di là della somma quantitativa dei loro nutrienti. Pertanto, se è vero che la vitalità è espressa al massimo grado dai cibi crudi, è altrettanto vero che essa viene ridotta in forma più o meno marcata dalle varie modalità di cottura. Potrebbe sembrare provocatorio, ma si può affermare che, fra tutte le cotture, la frittura altera pochissimo l’alimento, preservandone al massimo i nutrienti e l’interna armonia, senza destrutturarlo troppo rispetto alla forma cruda originaria. Infatti, lo shock termico secondario alla sua immersione in un grasso ad elevata temperatura crea un film lipidico attorno all’alimento che evita la dispersione dei nutrienti e provoca un movimento centrifugo dell’acqua in esso contenuta, fenomeno visibile nel classico alone di bollicine durante la cottura. In definitiva, la frittura consiste in una disidratazione rapida, con la minima alterazione della struttura biochimica del cibo.
Per un fritto ottimale si richiede l’utilizzo esclusivo dell’olio extravergine di oliva, le cui numerose proprietà nutrizionali non vengono distrutte dal calore, come documentato da numerosi e recenti studi scientifici. L’olio deve raggiungere il massimo della temperatura, ovviamente prima del punto di fumo, in modo da garantire una disidratazione costante, senza il suo assorbimento da parte dell’alimento che, in questo caso, sarebbe difficilmente digeribile.
Un fritto ben fatto è accettato dai bambini e dai ragazzi (che spesso rifiutano numerosi alimenti proposti in altro modo), è molto digeribile e stimola in modo fisiologico la funzione epato-biliare, mantenendendo attivo il fegato in tutte quelle innumerevoli attività biochimiche che i processi di accrescimento richiedono.
Completando il quadro alimentare, fra gli alimenti ricchi di amido e potassio saranno particolarmente indicate le patate fritte, alternate ad altre fonti di carboidrati come pasta (compresa quella fresca all’uovo), riso, polenta, gnocchi, tortellini, ecc.
Oltre alla carne, utile, ma non esclusiva, la migliore fonte proteica in età pediatrica sarà quella rappresentata dall’uovo, vera e propria cellula gigante fornita di tutto l’indispensabile per la crescita dei vari organi e tessuti, compreso il sistema nervoso. Quando possibile, la forma migliore di proposizione sarà quella cruda, all’ostrica, o, più semplicemente, al tegamino, a frittata e sodo. Nei maschietti sarà possibile un impiego molto frequente, mentre nelle bambine e ragazze sarà sufficiente due o tre volte a settimana. Fra i pesci, saranno particolarmente indicati quelli di scoglio o di fondale ricchi di silicio e calcio, ma anche il fritto di gamberi e calamari. In assenza d’intolleranze o allergie specifiche, si potranno utilizzare latte e derivati. Una soluzione ottimale è anche quella dei legumi, semi ricchi di elementi nutritivi e come tali utili alla crescita. Per quanto riguarda la frutta e le verdure crude o cotte (queste ultime potranno essere gradite fritte in pastella o fritte dorate), bisognerà rispettare le appetenze specifiche del bambino, riproponendo a distanza di tempo ciò che potrebbe essere stato rifiutato le prime volte.

nutrire la vita - cibo e salute